L’igiene orale quotidiana è un aspetto molto importante del nostro benessere generale, e il collutorio gioca un ruolo chiave in questa pratica. Spesso però, si tende a sottovalutare l’importanza di un corretto uso di questo prodotto, che va oltre il semplice rinfrescare l’alito.
A COSA SERVE IL COLLUTORIO
La formulazione liquida del collutorio consente di raggiungere aree della bocca che lo spazzolino e il filo interdentale potrebbero non coprire completamente. Ciò lo rende efficace nella rimozione di batteri e residui alimentari, contribuendo a prevenire la formazione di placca e tartaro, fattori chiave nella comparsa di carie e patologie parodontali. Alcuni collutori, inoltre, sono arricchiti con ingredienti come agenti antibatterici o fluoro, che offrono ulteriori benefici come il rafforzamento dello smalto e la riduzione della sensibilità dentale, influenzata da diversi fattori, tra cui l’alimentazione e le tecniche di spazzolamento. Scegliere il collutorio giusto in base alle proprie esigenze specifiche è fondamentale per massimizzare questi benefici: nel prossimo paragrafo entreremo più nel dettaglio di questo argomento.
COME USARE IL COLLUTORIO IN MODO CORRETTO
Un uso efficace del collutorio richiede più di un semplice risciacquo. Per iniziare, è essenziale scegliere il momento giusto: idealmente, il collutorio dovrebbe essere utilizzato dopo il lavaggio dei denti. Ciò permette di mantenere i benefici del fluoro presenti nel dentifricio. Dopo aver versato la quantità consigliata indicata sul flacone, in un bicchiere dosatore, si inizia il risciacquo, che dovrebbe durare circa 30 secondi: è importante assicurarsi che il liquido passi in tutta la bocca, lasciandolo scorrere fra i denti e lungo le gengive, per una pulizia profonda.
Dopo il risciacquo, è importante non bere o mangiare per almeno 30 minuti. Questo lasso di tempo permette agli ingredienti attivi del collutorio di agire efficacemente, massimizzando i loro benefici sulla salute orale. È inoltre meglio non diluire il collutorio con acqua, poiché ciò ne ridurrebbe l’effetto.
Fonti: blogunisalute.it
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